Sull’area liberata dell’ex macello comunale, prospiciente l’edificio già esistente del CRIT – Polo per l’Innovazione Digitale di Cremona, un nuovo complesso, progettato dagli architetti Ezio Gozzetti e Maurizio Ori, si affiancherà specularmente a quello già esistente e ne rappresenterà l’ideale prosecuzione e sviluppo, diventandone parte integrante e complementare.
Muovendo i passi dai riferimenti tipologico-costruttivi della città di Cremona – il “Palazzo”, l’androne, la corte centrale, il giardino, il fondale paesaggistico – l’idea progettuale propone la sequenza degli spazi come peculiarità del nuovo paesaggio e del nuovo edificio. La volontà è dare forma a un gradiente morfologico, spaziale e urbanistico in grado di riprodurre l’effetto della città, determinando isolati urbani. Si tratta di una strategia che affida allo spazio aperto la funzione di connettere tali isolati, andando a declinare diversi “episodi” ambientali che garantiscono la permeabilità tanto longitudinale quanto trasversale dei lotti, alla luce di un disegno che aspira a garantire continuità per la creazione di un campus tecnologico. Tale continuità tra gli spazi è garantita dalle relazioni visive, secondo una sequenza che coinvolge parco eco-tecnologico, corte/androne del nuovo edificio-ponte ed edificio esistente.
Il nuovo edificio sarà costruito lungo l’asse longitudinale del lotto, in posizione baricentrica, in modo da consentire la formazione di parcheggi e aree a verde, quest’ultimo elemento progettuale ritenuto fondamentale, al punto da essere ripreso sia per le facciate che utilizzato in copertura ed in grado di arricchire il linguaggio architettonico adottato.
Sarà costituito da 4 piani fuori terra, con una superficie lorda di pavimento di circa 10.000 metri quadrati.
Il nuovo edificio si articola intorno a cavedi/corti e roof garden, posizionati a quote differenti, che garantiscono un appropriato apporto luminoso per gli ambienti interni e, allo stesso tempo, diventano occasione per dare vita a complessi rapporti di visibilità tra lo spazio del lavoro e lo spazio della transizione. Il cortile/androne si propone come luogo di relazione e scambio, in grado di ospitare zone showroom per “prodotti” e servizi tecnologico-digitali per una Smart Land.
Al suo interno troveranno spazio unità di varia metratura, servite da 4 vani scala con i relativi ascensori. La struttura principale dell’edificio sarà di tipo “prefabbricata” in cemento armato.
Tale struttura è rivestita e le facciate sono caratterizzate da pannelli in acciaio e altro, con linguaggio architettonico differenziato per ogni lato, secondo la necessità di protezione solare e di rappresentatività architettonica.
Per le facciate est e ovest sono stati impiegati pannelli con motivo “QR code” identificativo dello stesso edificio, esito di un processo di reinterpretazione, in chiave tecnologica, dell’apparecchiatura muraria a gelosia, tipica dell’area padana. Questi pannelli saranno trattati con vernice fotocatalitica in grado di neutralizzare gli elementi inquinanti presenti nell’aria.
Particolare attenzione è stata rivolta allo studio delle aperture, con l’obiettivo di ottimizzare il benessere degli utenti. Rispetto alla finestra a nastro, modularmente ripetuta e tipica degli edifici per uffici, si propongono variazioni. Gli elementi modulari sono raddoppiati e accorpati; si introducono le finestre-paesaggio, vero e proprio dispositivo architettonico per incorniciare il verde e lo spazio esterno. Attraverso l’assimilazione interna di ciò che è esterno si tenta di risolvere il rapporto tra architettura e paesaggio, quest’ultimo inteso come elemento di qualità e comfort psico-visivo.